L’introduzione del meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM) rappresenta una delle iniziative chiave di un più ampio pacchetto di misure legislative, il c.d. Pacchetto “Fit for 55”, adottato nel contesto del Green Deal europeo che ha impresso un forte impulso all’azione per il clima dell’Unione europea, in linea con l’impegno, assunto a livello internazionale, con l’Accordo di Parigi del 2015.
Nella politica europea di contrasto dei cambiamenti climatici, e in particolare per il conseguimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 in una maniera efficiente sotto il profilo dei costi, un ruolo centrale è assegnato al sistema europeo di scambio delle quote di emissioni (European Emission Trading System, EU ETS). Il sistema EU ETS, che ad oggi è il principale mercato del carbonio al mondo e il più ampio meccanismo di carbon pricing, copre circa il 45% delle emissioni dell’UE prodotte da oltre 11.000 impianti ad alto consumo di energia (centrali elettriche e impianti industriali) e dalle attività di trasporto aereo.
In assenza, tuttavia, di un meccanismo globale di carbon pricing e di una risposta politica coordinata a livello internazionale al problema dei cambiamenti climatici, fino a quando i partner internazionali dell’Unione non adotteranno politiche caratterizzate dallo stesso livello di ambizione delle politiche europee, gli sforzi unilaterali compiuti dall’Unione per ridurre le emissioni possono essere vanificati da dinamiche di c.d. carbon leakage (i.e. rilocalizzazione delle emissioni di carbonio).
Vi è difatti il rischio che le imprese europee nei settori industriali “carbon intensive” trasferiscano la produzione verso Paesi con vincoli in materia di emissioni meno stringenti, oppure che i prodotti europei siano sostituiti da prodotti importati a più elevato contenuto di carbonio.
In questo contesto, l’introduzione del CBAM si collega strettamente alla revisione del sistema ETS. Nell’ambito del sistema EU ETS, difatti, sebbene la regola di default sia l’allocazione delle quote tramite asta, è previsto che per un periodo transitorio le quote siano assegnate gratuitamente laddove necessario per sostenere la competitività a livello internazionale dei settori industriali maggiormente esposti al rischio di rilocalizzazione delle emissioni.
Alla luce di anzidette considerazioni, l’introduzione del meccanismo CBAM persegue l’obiettivo di sostituire i meccanismi esistenti e affrontare in modo diverso il rischio di carbon leakage, vale a dire evitando che la riduzione delle emissioni all’interno dell’Unione sia vanificata da un aumento di importazioni ad elevato tenore di carbonio.
Il CBAM, infatti, consente di applicare alle emissioni incorporate nei prodotti importati un prezzo del carbonio equivalente al prezzo delle quote EU ETS, in modo da garantire una maggiore parità di trattamento tra questi ultimi e i prodotti fabbricati nell’Unione europea. In particolare, il CBAM diverrà, gradualmente, un’alternativa all’allocazione gratuita delle quote di emissioni.
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