La PEC si differenzia dalla posta ordinaria per le garanzie che è in grado di offrire: il valore legale della corrispondenza e la sua opponibilità a terzi.
Infatti, si tratta dell’equivalente digitale della classica raccomandata con ricevuta di ritorno e che, come questa, genera infatti, due ricevute per il mittente: una di accettazione e l’altra di consegna, testimoniando quindi che il messaggio trasmesso sia giunto al destinatario.
Inoltre, una volta creato e inviato il messaggio (al punto di accesso) questo viene trasformato in una busta di trasporto inviata al destinatario, ossia una sorta "busta elettronica” contenente il messaggio, eventuali allegati e tutti i dati di certificazione. Questa viene firmata dal gestore PEC del mittente che ne attesta l’autenticità e l’integrità. Nella ricezione della busta e del messaggio, dopo averne verificato la conformità e di quanto altro necessario, il provider PEC del destinatario provvederà alla trasmissione del messaggio ad esso e all’emissione della ricevuta di accettazione in favore del mittente.
Poiché nella generazione delle ricevute e nello scambio dei dati in generale sono coinvolti i provider di entrambe le caselle PEC, vien da sé che la corrispondenza ha valore legale solo se le caselle del mittente e del destinatario sono PEC.
Di conseguenza, un messaggio PEC non valido (privo di valore legale) è quello inviato da una casella di posta ordinaria ad una PEC e viceversa.
Inoltre, si deve considerare che spesso i provider PEC non rendono possibile l’invio o la ricezione a/da caselle di posta ordinaria, inviando notifiche di errore o rigetto. Questa opzione generalmente è modificabile dal titolare dell’e-mail PEC.