Lean Artificial Intelligence

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lean artificial intelligence

Cos'hanno in comune i progetti di miglioramento continuo, di Lean Thinking o Operational Excellence e l'applicazione dell'Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro? 

Per rispondere a questo interrogativo dobbiamo partire da alcune considerazioni.
Da qualche mese Walmart, la più grande catena al mondo nel canale della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), ha annunciato che nei prossimi anni gli acquirenti potrebbero vedere molti più robot nei loro negozi. Questi svolgeranno compiti ripetibili, prevedibili e manuali che finora erano svolti da esseri umani, come ad esempio l’inventario merce attraverso la scansione degli scaffali.

Amazon, la più grande Internet Company del mondo, ha aumentato e continua ad aumentare l'uso dell'Intelligenza Artificiale nella gestione delle sue strutture e in un futuro non troppo lontano molti dipendenti potrebbero lavorare quotidianamente con robot e macchine intelligenti. 

Secondo un rapporto pubblicato dalla Brookins Institution, importante gruppo di ricerca americano, circa 36 milioni di americani svolgono lavori che hanno una forte componente di automazione e più del 70 percento delle attività svolte da lavoratori umani potrebbe presto essere eseguito da macchine. Questo cambiamento potrebbe influenzare non solo i lavoratori delle fabbriche e della vendita al dettaglio, ma anche i cuochi, i camerieri e altri servizi di ristorazione, nonché i conducenti di camion a corto raggio e persino impiegati di ufficio.

Ma in risposta all'interrogativo già menzionato, una cosa accomuna i progetti di miglioramento continuo e l’applicazione dell’automazione dell’AI ed è la resistenza al cambiamento da parte dei lavoratori. 

Perché vige resistenza e scetticismo?  

La reazione delle persone rispetto alla prospettiva futura (e presente) di essere rimpiazzati dai robot è molto simile allo stato d’animo che i lavoratori provano quando per la prima volta vengono coinvolti in un progetto di miglioramento aziendale: temono di essere assegnati a differenti mansioni o, peggio, di perdere il lavoro. Tuttavia, è realistico pensare che con il progredire dell’applicazione dell'AI alcuni lavori scompariranno o saranno affidati ai robot. 

Ma in realtà, non è uno scenario così catastrofico come sembra. 

Allo stesso modo quando si implementa un progetto di miglioramento continuo in azienda, una buona parte delle risorse umane coinvolte, indipendentemente dal ruolo e dalla posizione gerarchica, si sente intimorita o spaventata dal cambiamento. La reazione generalmente è quella del rifiuto perché si va incontro a qualcosa di ignoto che non è la routine familiare.  

Infatti, se chiedessimo ai lavoratori coinvolti nei progetti di miglioramento quali sono le loro percezioni rispetto al cambiamento ci renderemmo immediatamente conto del timore che provano. 

Generalmente pongono delle osservazioni del tipo: Ma queste modifiche cosa comporteranno per noi? Il mio lavoro sarà meglio o peggio? Già faccio molto, domani mi chiederanno di fare di più! Il mio lavoro ci sarà ancora? 

Allo stesso modo l’applicazione di automazione guidata da Intelligenza Artificiale provoca un senso di paura e di inadeguatezza perché apre, nell’immaginario la prospettiva di una perdita di lavoro che non è piacevole. 

Ma forse la situazione viene interpretata e vissuta con eccessivo pessimismo. 

Quale futuro all’orizzonte?  

Pensiamo ad esempio al Luddismo, un movimento di protesta operaia nato in Inghilterra nel diciannovesimo secolo che si opponeva con estrema forza alla meccanizzazione industriale attraverso il sabotaggio e la distruzione dei macchinari introdotti dalla rivoluzione industriale come il telaio meccanico. La distruzione delle macchine era dovuta al fatto che venivano ritenute direttamente responsabili della crescente disoccupazione e dei bassi salari. In realtà, negli anni, la meccanizzazione delle attività portò alla nascita di nuovi lavori e di nuova ricchezza. 

Secondo un rapporto di Accenture risalente al 2020, l’intelligenza artificiale potrà aumentare significativamente i ricavi delle aziende nei prossimi anni, ma solo se queste investiranno nella cooperazione uomo-macchina. Allo stesso modo potremmo aspettarci che l’aumento di tecnologia e di automazione, la sostituzione di alcuni lavori o di parte di essi, potrà favorire la nascita di nuove figure professionali e di nuove opportunità.

Come inquadriamo il lavoro nell’ottica della Lean - AI? 

Partendo dall’assunto che il lavoro è "un insieme di attività e compiti", possiamo concordare che l’automazione, così come la ricerca di maggior efficienza ed efficacia, agisce su alcuni di questi compiti e solo raramente sul lavoro nel suo complesso.  
Per fare un esempio, le attività che implicano sforzi cognitivi o fisici di routine, come l'inserimento di dati nel data base o di movimentazione ed imballaggio, saranno altamente suscettibili all'automazione che non si traduce in automazione completa del ruolo. 

Considerando invece casi reali, pensiamo all'introduzione della macchina da taglio computerizzata: non ha affatto sostituito l’intervento umano, ne ha solo cambiato il contenuto!

Ora l’essere umano supervisiona, programma e verifica l’attività della macchina con il risultato che si registrano importanti benefici come incremento di qualità e ripetibilitàminor fatica dell’operatore e aumento della sicurezza.   

Anche l'industria automobilistica rappresenta un ottimo esempio di integrazione tra attività umana e robotica. Considerando però che questa è la "mamma" della filosofia Lean con il Toyota Production System (TPS). 

Probabilmente o forse no, è un puro caso che in questo stesso settore siano già stati affrontati processi di miglioramento continuo e che questo approccio sia diventato questione di cultura aziendale, tanto da farci presumere che abbia in qualche modo favorito l'accettazione dell'automazione da parte del personale perché già abituato a percepire le opportunità concrete che il vento del cambiamento porta in azienda. 

Del resto, la letteratura ha già ampiamente dimostrato che l'implementazione di progetti di miglioramento crea un ambiente favorevole all’innovazione. 

La teoria della ambidexterity (o ambidestria) infatti postula la necessità di un approccio che sia contemporaneamente esplorativo (ricerca di innovazione) e operativo (ricerca di efficacia ed efficienza) come mezzo per ottenere un vantaggio competitivo sostenibile. 

Dal punto di vista pratico invece, la digitalizzazione e l'automazione, soprattutto quando sono guidate dall’Intelligenza Artificiale, hanno un effetto moltiplicativo sui risultati portati dai progetti di miglioramento continuo e ne favoriscono la concretizzazione.
In qualche modo quindi anche l’innovazione favorisce l’apertura mentale necessaria per riprogettare il proprio lavoro!

Non c’è nulla di immutabile. Tranne l’esigenza di cambiare.

- Eraclito