“Proteggi i tuoi dati e proteggi te stesso”. In questo slogan adottato dal Garante per la protezione dei dati personali italiano, risiede una profonda e solida verità.
In ogni istante, spesso senza che ce ne rendiamo conto, i nostri dati personali sono trattati da un pluralità di soggetti. Pubbliche autorità, istituti sanitari, negozi online o fisici e società di trasporto , sono solo alcuni esempi. Il più delle volte non siamo nemmeno consapevoli di come vengano messi a rischio i nostri diritti e le nostre libertà.
La storia ci insegna come l’abuso di dati personali, accompagnata a ideologie criminali, abbia portato anche allo sterminio di intere popolazioni. Al giorno d’oggi non possiamo dimenticare e ritenere che questi scenari appartengano solo al passato e non possiamo ridurre tutto a “questione di privacy”. Data protection e Privacy sono due concetti distinti. Esistono in effetti distinte radici rispetto la più “usata” privacy di origine americana.
Quando parliamo di protezione dei dati, non ci riferiamo solamente alla preservazione, su base permanente, di riservatezza, integrità e disponibilità dei dati. Non stiamo parlando di sicurezza delle informazioni. Quando parliamo di protezione dei dati, ci riferiamo alla protezione delle persone fisiche, degli uomini e delle donne, i cui diritti e libertà fondamentali possono essere compromessi da un trattamento non lecito dei loro dati personali, ovvero di qualsiasi informazione che possa contribuire all’identificazione di una persona fisica.
E’ così che, ad esempio, anche l’indirizzo IP che viene assegnato al nostro computer o smartphone ad ogni sessione di navigazione web, assume un rilievo significativo. Esso può essere traccia della nostra attività in internet: dei nostri acquisti, dei siti che visitiamo, dei video che guardiamo. Se non prestiamo attenzione alle autorizzazioni che concediamo in internet, tutti i nostri dati possono essere distribuiti e riutilizzati da aziende e organizzazioni che riconoscono nel “dato personale” un valore inestimabile.
Dobbiamo riconoscere che la prima arma di difesa contro l’uso indiscriminato dei nostri dati personali, siamo proprio noi.
Riconosciamo, almeno in questa giornata, che dobbiamo conoscere ed essere più consapevoli del valore delle nostre informazioni; più responsabili delle nostre azioni in internet. Dobbiamo saper valutare chi richiede di avere accesso ai nostri dati, perché ne va anche della nostra vita.