Hyperautomation e Digital Transformation: la giusta tecnologia per l’evoluzione del business

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hyperautomation e digital transformation

Digital Transformation appear as a convenient way to put a term on a whole set of things that are changing…but actually it represents a strategy to leverage emergent technologies to enable new business models, new products and services, and new strategies — and drive business growth only if well leaded.

- estratto da Gartner, “How to Lead and Enable Digital Transformation”, Jan 2021.

Qual è il senso ultimo della trasformazione digitale? È presto detto: sfruttare il potenziale delle tecnologie emergenti per accedere a nuovi strumenti, prodotti e servizi, con l'obiettivo di guidare la crescita del business. 

Per semplificare un concetto che non è affatto banale, il business viene prima di tutto, ma è l’adozione delle tecnologie emergenti a permettere il continuous improvement e la definizione di strategie e modelli in grado di fornire quel vantaggio competitivo che è fondamento stesso della crescita e dell’evoluzione.

Pertanto la Digital Transformation non è altro che una strategia di business in continua e rapida evoluzione, centrata sulle persone e supportata da tecnologie che rappresentano un investimento i cui benefici superano di gran lunga i costi. 

Applicarla significa anche accettare di correre dei rischi. Non è certamente una strada facile, ma è l'unica percorribile. 

Per l’azienda che ha deciso di evolvere non rimangono che due opzioni:

  • Creare un know-how interno da zero e affrontare la digital transformation come una sfida senz’altro entusiasmante ma in cui esperimenti, fallimenti, lezioni apprese, adattamento e stimolo a riprovare sono esperienza giornaliera.
  • Affidarsi al giusto partner per guidare qualcosa che, come stiamo raccontando, è ad altissima complessità e in grado di massimizzare i risultati con il minimo spreco, portando esperienza sia nella progettazione dei processi, che nello scouting di nuove tecnologie, metodologie e innovazioni. 

Qual è il ruolo dell’Hyperautomation nella Digital Transformation?

Hyperautomation refers to an approach in which organizations rapidly automate business and IT processes through a disciplined approach that involves multiple technologies like Case Management/Low-Code, robotic process automation (RPA) and AI.

Gartner Competitive Landscape: Hyperautomation Service Providers, 11/12/2020.

Allo stato attuale dell’innovazione, secondo i principali Analisti di mercato, la Hyperautomation raccoglie tutte le tecnologie che, individualmente o combinate in diverso grado tra loro, consentono di automatizzare al massimo e in modo intelligente i processi, convertendo in modo sostenibile il tempo delle persone in attività a maggior valore per il business e possano essere implementate attraverso “low-code” o a volte addirittura “zero-code”, ovvero in modo agile e limitato bisogno di conoscenze informatiche, con conseguenti benefici in termini economici, di semplicità delle applicazioni e di tempi di realizzazione. 

Tre tecnologie per un unico scopo

Conoscenza dei processi, implementazione agile e rapida e visione d’insieme sono quindi le caratteristiche delle tecnologie abilitanti una strategia di hyperautomation.  

Nel dettaglio, l’hyperautomation fonda la sua essenza su tre tecnologie pilastro: 

  • Il Case Management / Business Process Modelling (BPM) rappresenta lo scheletro dell’automazione e permette di ricostruire digitalmente interi processi a step con una logica a “work-flow” (e.g. dalla richiesta di attivazione di un contratto all’approvazione di un’entrata merci per pagare un fornitore, fino al tracking di un acquisto da parte di un cliente che entra e esce a magazzino e molto altro).
    Sono le stesse tecnologie che gestiscono le anagrafiche e le attività ad esse collegate, arrivando in alcuni casi a proporre dei veri e propri verticali funzionali, come ad esempio dei CRM (ovvero sistemi di Customer Relationship Management) per gestire intere aree di business, dalla prevendita, alla vendita, fino al post-vendita, ma anche il marketing o il customer service. Altri prodotti invece sono molto meno specializzati, ma più orientati ad essere un acceleratore di costruzione di nuove applicazioni e fatti di librerie precostruite che li pongono a metà tra un prodotto di mercato specialistico e una realizzazione completamente Custom.
  • La Robotic Process Automation (RPA) ovvero robot software (o più semplicemente bot) che simulano il comportamento umano nelle azioni più ripetitive e frequenti, permettendo quindi di portare a termine attività che una semplice integrazione non sarebbe in grado di gestire. I robot si distinguono principalmente in “attended”, in grado di sostenere e aiutare l’operatore nell’attività, occupandosi di tutte le operazioni ripetitive e a basso valore, e “unattended”, ovvero quando i robot eseguono in autonomia le attività per cui sono programmati.
    In entrambi i casi, la supervisione umana ha un ruolo fondamentale, quantomeno nella funzione di controllo dei risultati, coordinazione e monitoraggio dei bot attivi che viene esercitata attraverso suite di strumenti fornite dai vendor stessi della tecnologia.
  • L’Artificial Intelligence (AI), che ha trovato negli ultimi anni diverse applicazioni concrete, dalla lettura intelligente di documenti in svariati formati (rif. Intelligent Document Recognition), all’apprendimento tramite studio di basi dati storiche di comportamenti replicabili (rif. Machine Learning), fino alla capacità di predire i comportamenti tramite algoritmi di simulazione (rif. Predictive Analysis), solo per citare le applicazioni più conosciute. I principali Vendor di RPA stanno integrando le loro suite con queste capability, così da offrire prodotti di “Intelligent Automation”, che porta le tecnologie RPA - il cui destino è altrimenti quello di diventare una commodity superata - a livelli nuovi livelli di funzionalità e capacità di gestione delle complessità.

 

Perché parliamo però di Hyperautomation e non solo di RPA?

Se, come poc’anzi detto, il destino delle sole RPA è quello di diventare una commodity superata, ne consegue che l’Hyperautomation è il trend tecnologico da seguire.  

I bot RPA possono non avere interazione con gli utenti o richiederla, ma in maniera decontestualizzata dal processo di business in cui sono inseriti; in entrambi i casi l’essere umano dovrà intervenire per risolvere eccezioni, controllare gli esisti del lavoro, riavviarli quando una condizione di operatività viene meno. Per questo la sola RPA non consente la gestione e il controllo del end-to-end di un processo, cosa che invece fa la Hyperautomation, che realizza un unico punto di accesso e controllo del proprio lavoro (la scrivania digitale), nel quale si inseriscono i robot, che agendo sia in modo trasparente che innescati dall’operatore, rimangono comunque sotto il suo completo controllo. In questo modo è riscontrabile un consistente aumento dei saving dovuti all’automazione, così come un incremento della Customer Satisfaction. 

Il mercato esistente secondo gli Analisti

Esiste già un mercato della Hyperautomation molto importante, misurato in circa 482 miliardi di dollari a fine 2020 e in rapida crescita. Gli Analisti di mercato anche nei prossimi anni la vedono come uno dei “top trend” tecnologici e stimano una crescita “5X” entro il 2025, con una CAGR fino al 50% anno su anno. 

Entro il 2024, la spinta verso La Hyperautomation vedrà le imprese adottare all’interno dei propri processi almeno due o tre tecnologie tra quelle disponibili, attraverso due approcci principali: il più consolidato utilizzo della tecnologia per aggregare processi e sistemi e potenziarli e il più nuovo “application re-platforming”, che vedrà il rifacimento di vecchi applicativi interamente con tecnologie low-code. 

Ma alla fine, cosa c’è di nuovo rispetto a 15 anni fa?

Sebbene sia evidente la maturità e la solidità di ciò che tecnologicamente sta dietro al termine Hyperautomation, non lo è altrettanto come ciò si leghi al recente passato.  

Bisogna infatti evidenziare che di Digital Transformation si sente parlare da molto tempo, ben prima che la Hyperautomation facesse il suo ingresso sulle scene. A partire dagli anni ’90 questo concetto si è fatto strada velocemente tra gli esperti di settore e tra i clienti che hanno iniziato ad interessarsene.  

Molti si ricorderanno i software gestionali accessibili tramite una GUI installata sul proprio pc, o i primi gestionali fruibili da web che consentivano, secondo una logica ad oggetti, di replicare in digitale le pratiche di lavoro, ma non di lavorare sugli step di processo in modo efficace, riducendo al minimo lo spreco di tempo umano. 

Oggi possiamo fare esattamente questo e realizzare una Digital Transformation 2.0. 

L’evoluzione delle tecnologie, la conseguente nascita di nuovi servizi e l’applicabilità a nuove strategie, è parte stessa del gioco. Se guardiamo al passato con questa consapevolezza, la stessa rivoluzione industriale e tutte le rivoluzioni a cui il mercato ha assistito nel corso della storia, sono sempre state trasformazioni.  

Quando diciamo che oggi la trasformazione digitale è sostenuta dalla Hyperautomation, intendiamo dire semplicemente che è il modo “moderno” di farla.